Buon compleanno, Costituzione!

La nostra Costituzione è lì, pronta a ricordarci ciò che spesso dimentichiamo a forza, ciò che vogliamo ignorare o stravolgere; ma Lei c’è. C’è e dopo settanta anni ci chiede di tornare di moda, di poter essere di nuovo la guida di un Paese che la ama e, soprattutto, la rispetta.

La Costituzione italiana compie 70 anni oggi, con l’augurio che il nuovo anno la riporti anche un po’ in voga.

La Costituzione italiana compie 70 anni

Un po’ di storia

credits: it.wikipedia.org

Quando il Regno d’Italia nacque, il 17 marzo 1861, era già dotato di una costituzione: il 4 marzo 1848, infatti, Carlo Alberto di Savoia, sovrano del Regno di Sardegna, concesse al suo popolo lo Statuto Albertino, ispirato alle costituzioni orleanista e belga.
Lo Statuto Albertino venne mantenuto anche con l’annessione dei territori restanti della nostra penisola e divenne, così, la prima Costituzione che il Regno d’Italia abbia mai avuto.

Facciamo un balzo in avanti.
Il 23 marzo 1919, in Piazza San Sepolcro a Milano, nacquero ufficialmente i Fasci italiani di combattimento, che il 9 novembre 1921 si trasformarono nel Partito Nazionale Fascista. Poco meno di un anno più tardi, circa venticinquemila camice nere, guidate dal leader Benito Mussolini, marciarono su Roma; a causa dell’ingovernabilità parlamentare e della presa di posizione dei fascisti, re Vittorio Emanuele III di Savoia affidò a Mussolini l’incarico di Presidente del Consiglio.

Signori, quello che io compio oggi, in questa Aula, è un atto di formale deferenza verso di voi e per il quale non vi chiedo nessun attestato di speciale riconoscenza. […] Ora è accaduto per la seconda volta, nel breve volgere di un decennio, che il popolo italiano – nella sua parte migliore – ha scavalcato un Ministero e si è dato un Governo al di fuori, al di sopra e contro ogni designazione del Parlamento. […] Mi sono rifiutato di stravincere, e potevo stravincere. Mi sono imposto dei limiti. Mi sono detto che la migliore saggezza è quella che non vi abbandona dopo la vittoria. Con trecentomila giovani armati di tutto punto, decisi a tutto e quasi misticamente pronti ad un mio ordine, io potevo castigare tutti coloro che hanno diffamato e tentato di infangare il Fascismo. Potevo fare di questa Aula sorda e grigia un bivacco di manipoli… potevo sprangare il Parlamento e costituire un Governo esclusivamente di fascisti. Potevo: ma non ho, almeno in questo primo tempo, voluto.

Tratto dal discorso di insediamento di Mussolini a Presidente del Consiglio
Fonte: http://archiviostorico.blogspot.it/2011/09/discorso-di-insediamento-di-benito.html

 

Il Regime Fascista in quanto dittatura si instaurò ufficialmente 9 dicembre 1928 e perdurò fino al 25 luglio 1943, quando il re – rimasto sempre formalmente il Capo dello Stato – revocò l’incarico a Mussolini, che venne arrestato e sostituito da Pietro Badoglio. Il 3 settembre dello stesso anno, il nuovo governo firmò l’armistizio che fece uscire l’Italia dalla Seconda Guerra Mondiale: ne seguirono una guerra civile, lo sbarco degli alleati al sud Italia, la liberazione del Duce da parte dei nazisti, la nascita e la successiva morte della Repubblica di Salò e, infine, l’uccisione di Mussolini – il 28 aprile 1945 – e la fine degli scontri.

Il 2 e 3 giugno 1946 l’Italia fu chiamata a votare per scegliere la nuova forma di governo: fu l’unico referendum non abrogativo della storia del nostro Paese, poiché il popolo italiano, uomini e donne, dovette scegliere tra Monarchia e Repubblica. Il 10 giugno, la Corte suprema di cassazione annunciò che l’Italia sarebbe stata una repubblica (con il 54,3% dei voti a favore). Le funzioni del Capo dello Stato furono trasferite ad Alcide De Gasperi e il 13 giugno il neo re Umberto II di Savoia lasciò l’Italia per il Portogallo. Il 18 giugno venne ufficialmente proclamata la Repubblica.

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La Costituzione

Il 25 giugno venne insediata l’Assemblea Costituente, presieduta da Giuseppe Saragat; l’Assemblea nominò al suo interno una Commissione per la Costituzione che contava 75 membri ed era incaricata di elaborare e proporre il progetto di Costituzione Italiana. Progetto che venne presentato all’Assemblea nel febbraio del ’47: il testo definitivo venne approvato il 22 dicembre 1947 e la Costituzione venne promulgata il 27 dello stesso mese. Fu solo poi al primo gennaio del 1948 che la Costituzione Italiana entrò in vigore: esattamente 70 anni fa.

In questi settanta anni di vita, la nostra Costituzione si è certamente modificata e non possiamo dimenticare l’ultimo tentativo di aggiornamento, proposto dal Governo Renzi nel 2016 e fallito in sede di referendum (un 59,12% contro il 40,88% dei favorevoli). Una Costituzione che all’epoca in cui fu redatta rappresentava un vero e proprio documento d’avanguardia rispetto alle altre realtà europee, definita da Roberto Benigni come “la più bella del mondo”.
Sì, la nostra Costituzione è la più bella del mondo; dobbiamo solo non dimenticarlo e non dimenticarcela. 

Ecco allora che vi ripropongo alcuni dei passaggi fondamentali del Nostro Testo (dopo aver miseramente constatato più volte come la maggior parte degli Italiani non ne conosca nemmeno il primo, fondamentale articolo):

 

Art. 1. L’Italia e` una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

Art. 2. La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.

Art. 3. Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
[…]

Art. 4. La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, una attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.

Art. 8. Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge.
Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l’ordinamento giuridico italiano.
I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze.

Art. 9. La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.
Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.

Art. 10. […]
La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei
trattati internazionali.
Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche
garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica, secondo
le condizioni stabilite dalla legge.
Non è ammessa l’estradizione dello straniero per reati politici.

Art. 11. L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.

 

Insomma, una Costituzione davvero bella; con qualche altisonanza forse un po’ datata qua e là, ma – sulla carta – perfetta a esprimere i principi etico-morali cui ogni essere umano dovrebbe essere naturalmente chiamato. La nostra Costituzione è lì, pronta a ricordarci ciò che spesso dimentichiamo a forza, ciò che vogliamo ignorare o stravolgere; ma Lei c’è.
C’è e dopo settanta anni ci chiede di tornare di moda, di poter essere di nuovo la guida di un Paese che la ama e, soprattutto, la rispetta.

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