Lo stupratore gentile

La mia tesi mi ha spinta a operare una ricerca sugli articoli di giornale e sul linguaggio: al disgusto per le notizia di stupro si è aggiunto lo schifo per il modo in cui questo genere di violenza viene trattato.

La mia tesi di laurea ha come tema un argomento per me – e ci mancherebbe – molto interessante: l’influenza del lessico utilizzato dai giornalisti sul pregiudizio e gli atteggiamenti razzisti del pubblico. Per poter studiare l’argomento, ho intrapreso una ricerca impegnativa e avvilente, per la quale ho cercato, catalogato e registrato gli articoli di cronaca pubblicati negli ultimi tre anni da alcune testate giornalistiche e dall’agenzia ANSA. Non articoli di cronaca qualunque, ma articoli che trattassero di notizie che solitamente colpiscono profondamente il lettore. Ho dunque optato per una ricerca basata sulle parole chiave stupro e femminicidio.

Notizie che disgustano

Perché questa premessa? Perché ho avuto modo di provare quel profondo e incommensurabile disgusto che solo la violenza più spietata può far provare.

Leggendo, giorno dopo giorno, articolo dopo articolo, dettaglio dopo dettaglio, tutte le notizie più sconvolgenti degli ultimi tre anni, l’unica cosa che si può dire a commento è: che schifo. E quando pensi di essere giunta alla fine, di aver toccato il fondo del pozzo dello sdegno, leggi qualcosa di talmente assurdo che quasi ti fa ridere.

“Lo stupro è stato compiuto con estrema freddezza e determinazione unite ad un’ assoluta mancanza di scrupoli e a una non comune ferocia verso le vittime” è il commento del Gip a proposito dello stupro di Roma del 10 maggio 2017. Eppure qualcosa mi suona male, mi fa storcere il naso. “Atto feroce” riporta il titolo dell’articolo di ANSA e io mi chiedo: esiste uno stupro non feroce? Esiste uno stupratore che non sia freddo, determinato, feroce e crudele? Esiste un ipotetico qualunque che, una volta deciso di violentare una persona, distruggendole la vita e la dignità, ferendola nel corpo e nello spirito, faccia tutto questo mostrando riguardo e rispetto?

Orride dichiarazioni e sottintesi palesi

Avevo già commentato a suo tempo in famiglia questa dichiarazione e ora, rileggendola, non posso frenarmi dallo scrivere in proposito; anche considerando che non è la prima considerazione del genere che leggo riportata dai giornali, o ascolto alla televisione.
Mi pare proprio come dire “è italiano, ma è onesto”, che è un po’ come dire che gli italiani di solito non sono persone oneste. Dichiarare che uno stupro piuttosto che un altro è stato “un atto feroce” è come sottintendere che solitamente gli stupri non siano atti di ferocia.
Esistono forse stupri di serie A e stupri di serie B? Non riesco proprio a immaginarmi una persona che, mentre subisce una violenza sessuale, pensi “Beh, già che devo essere stuprata/o, almeno sono fortunata/o che il mio aggressore sia gentile!”. Così come non riesco proprio a immaginarmi un uomo che, mentre violenta qualcuno, chiede “Ti faccio male così? Per favore, non fare troppa resistenza perché non me la sento di prenderti a pugni”.

Riforma nel linguaggio, riforma nel pensiero

Non posso accettare che il politico, il Gip, il Gup, Tizio, Caio o Sempronio rilascino dichiarazioni del genere. Non posso accettare che ci siano stupri più “brutti” di altri. Non esistono stupri peggiori o stupri migliori. Esistono ( o dovrebbero esistere), invece, reati che si sommano.

È di pochi giorni fa la notizia di un uomo che, già denunciato per stupro, ha più volte violentato una giovane donna dopo averla sequestrata. Sequestro + Stupro xN + Recidività.
Lo stupro di questa donna non è più grave dello stupro di una che sia stata aggredita mentre faceva jogging al parco e non è meno grave di una ragazza di 16 anni che venga violentata da 33 uomini diversi. La somma dei reati ha entità diversa, non lo stupro in sé.

Rilasciare una dichiarazione come quella presa in considerazione è una mancanza di rispetto verso tutte le altre vittime di stupro. Alle mie orecchie suona esattamente come un invito a chi ha subito uno “stupro di serie B” a non lamentarsi, nonché come una normalizzazione della violenza. La violenza è imprescindibile, non può non esserci, devi sempre mettere in conto che qualcuno potrebbe decidere di prendersi il tuo corpo con la forza e visto che non ci puoi fare niente, ringrazia che non ti sia andata male come a ‘quell’altra’. Al ragazzino che si uccide dopo essere stato stuprato, diciamo insieme: “Che esagerato che sei… Il tuo stupro non era un atto di ferocia, non avevi motivo di prenderla così a male”.

Io non ci sto.

Facciamo sì che la gravità del reato non venga determinata dal sentimento di empatia che ci suscita, ma dal numero di reati che vengono compiuti e dalle varie aggravanti che si sommano.
Tanto che ci siamo, facciamo anche sì che la vittima non abbia MAI la colpa della violenza che subisce, perché sono stufa di dover leggere “se l’è cercato” o che “era ubriaca, ma non abbastanza”, così come sono stufa di dover scrivere #yositecreo.